Bologna è una delle città pioniere a livello nazionale e internazionale per lo sviluppo di un Gemello Digitale di Bologna, cioè di una copia digitale della città che, attraverso la raccolta e l’analisi in tempo reale dei dati, permette di analizzare come si comporta la città – i consumi energetici, la mobilità e i mezzi di trasporto, le condizioni atmosferiche, i servizi, ecc. – per capire come migliorarla.
Il progetto del Gemello Digitale è stato avviato nel 2023 ed è sviluppato da un consorzio pubblico composto da: Comune di Bologna (coordinatore strategico), Fondazione Bruno Kessler (coordinatore tecnico e project manager), Università di Bologna (manager scientifico), Cineca (manager tecnologico), Fondazione IU Rusconi Ghigi (community manager).
Il Gemello Digitale di Bologna si inserisce nell’ambito del più ampio progetto della Città della Conoscenza, la strategia del Comune che mette al centro la scienza e il sapere quali elementi fondativi per la crescita della città, in coerenza con altri progetti strategici dell’Amministrazione quali Bologna Missione Clima, Bologna Verde, Bologna Città 30, ecc.
L’obiettivo è di sviluppare una nuova infrastruttura digitale capace di rispondere a tutte le domande rilevanti sul funzionamento e sull’evoluzione della città e in grado di fare analisi, previsioni e simulazioni, supportando i processi decisionali, apportando cambiamenti concreti e provando a rispondere alle grandi sfide ambientali, economiche e sociali del nostro tempo, generando così valore pubblico.
In particolare, attraverso il Gemello Digitale si potranno:
- visualizzare e analizzare i dati della città per meglio rispondere ai bisogni della cittadinanza;
- anticipare gli sviluppi urbani, i rischi emergenti e gli eventi esterni anche costruendo scenari ipotetici e simulandone l’evoluzione nel tempo per valutarne impatti e soluzioni;
- ottimizzare l’efficacia dei servizi e l’impatto delle azioni dell’Amministrazione, tramite una loro continua revisione basata sui dati;
- attivare processi di conoscenza che possano generare nuove economie e ricettività per migliorare la governance del territorio;
- supportare le decisioni e la loro traduzione in azioni per affrontare le sfide ambientali, economiche e sociali;
- coinvolgere i diversi attori della città in processi di codesign.
Il progetto garantisce il rispetto dei diritti digitali della cittadinanza, della trasparenza, dell’equità, della neutralità e della protezione dei dati e delle informazioni personali.
La Fondazione all’interno del partenariato si occupa in particolare delle attività di community management.
La sperimentazione del Gemello Digitale Civico
La Fondazione IU è inoltre membro della Fondazione Centro Nazionale di Ricerca in High-Performance Computing, Big Data and Quantum Computing insieme a Fondazione Bruno Kessler, Università di Bologna, Cineca e Università degli Studi di Napoli Federico II per lo sviluppo del progetto pilota italiano Gemello Digitale Civico (Civic Digital Twin).
Il primo ambito di sperimentazione su cui lavorerà sarà quello della mobilità bolognese per supportare la città nelle trasformazioni in corso e in quelle future. Il Gemello Digitale Civico sarà in grado di studiare in tempo reale i flussi di mobilità, prevedere i possibili comportamenti delle persone e fare simulazioni di possibili cambiamenti, al fine di apportare miglioramenti.
In questo processo la Fondazione IU ha l’obiettivo di valorizzare la relazione tra la piattaforma tecnologica e la cittadinanza, attraverso attività sia di coinvolgimento e partecipazione che di comunicazione e divulgazione, per:
- rendere il Gemello Digitale Civico in grado di recepire e far propri i bisogni delle persone, per potenziare la sua funzione predittiva, quella cioè di prevedere e anticipare i comportamenti e le trasformazioni che avvengono nel mondo reale, in continuità e in sinergia con il lavoro di ascolto che la Fondazione porta avanti a più livelli sul territorio;
- rendere il Gemello Digitale Civico aperto alle persone, alla loro conoscenza e al loro uso consapevole, andando a stimolare e sperimentare nuove forme di partecipazione e democratizzazione dei dati.
Finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU.