Bologna si prepara ad accogliere “Data Materialities”, una mostra che dal 20 settembre al 12 ottobre 2025 trasformerà la Sala d’Ercole di Palazzo d’Accursio in un laboratorio di riflessione sull’impatto delle tecnologie digitali sull’ambiente che ci circonda.

L’inaugurazione è fissata per sabato 20 settembre alle ore 17, seguita da un rinfresco.

In un’epoca in cui il digitale è sempre più pervasivo, la mostra invita a guardare oltre la superficie “virtuale” per scoprire le infrastrutture, il lavoro e i materiali che si celano dietro ogni interazione con i nostri dispositivi. Dalla residenza artistica “Big Tech and Counter-Technologies” dello scorso ottobre 2024, nasce un percorso espositivo che, attraverso opere d’arte e architettura, esplora la materialità del tecno-capitalismo su diverse scale, ponendo interrogativi cruciali sulla spazialità del digitale e sulla possibilità di immaginari alternativi.

“Data Materialities” è il frutto del progetto europeo Horizon Europe INCA – Increasing Corporate Political Responsibility and Accountability”, realizzato dall’Università di Bologna in collaborazione con Fondazione IU Rusconi Ghigi e Big Tech Watch Think Tank.

Oltre alla mostra, sarà disponibile un ricco programma di talk e incontri pubblici rivolti a ricercatrici e ricercatori, professioniste/i, studentesse e studenti e cittadini. Questi appuntamenti, che spaziano dall’arte all’architettura, dalla ricerca al design e alla formazione ed educazione, mirano ad attivare una conversazione pubblica sui Big Data nell’era delle piattaforme. Tra gli eventi in programma:

  • Mercoledì 1 ottobre, ore 18: Promiscuous approaches to digital spatiality con Letizia Chiappini di Slutty Urbanism e Benjamin Gerdes di Ghost Platform Project, presso la Sala Tassinari a Palazzo d’Accursio 
  • Mercoledì 8 ottobre, ore 18: Economies of measurement: from productivity, to movement, to desire con Lua Vollaard di Superkilo Girls e Lorenza Pignatti di NABA Milano, presso la Sala Tassinari a Palazzo d’Accursio
  • Venerdì 10 ottobre, dalle 8:30 alle 12:00: Piattaforme e digitale: un modulo educativo per le scuole presso Sala Anziani, Palazzo d’Accursio 
  • Venerdì 10 ottobre, dalle 16:00 alle 17:30: Design partecipativo di nuove piattaforme digitali per la città: linee guida, buone pratiche etiche e alternative a confronto, presso Sala Anziani, Palazzo d’Accursio, seguito da una visita guidata e un buffet finale. Info e Iscrizioni a questo link

La mostra è curata da Carmen Lael Hines e Into the Black Box (Niccoló Cuppini, Maurilio Pirone, Mattia Frapporti) con l’assistenza di Sara Marhuenda Barberá, Universitat Politècnica de València e vede i contributi di artisti e studi come EXTENTS, Morgane Billuart, Rául Silva e soju.studio. Il programma pubblico è arricchito dalla collaborazione di Ghost Platform Project, Superkilo Girls, Slutty Urbanism e Lorenza Pignatti.

“Data Materialities” fa parte di Bologna Estate 2025, un’iniziativa promossa e coordinata dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna – Territorio Turistico Bologna-Modena.

Mostra “Data Materialities” 

20 settembre – 12 ottobre 2025
Sala d’Ercole, Palazzo d’accursio, Piazza maggiore 6, Bologna IT

Orari apertura mostra
Martedì-Giovedì 9.00-18.00
Venerdì 15.00-18.00
Sabato-Domenica 9.00-13.00
Lunedì chiuso

A cura di:
Carmen Lael Hines e Into the Black Box (Niccoló Cuppini, Maurilio Pirone, Mattia Frapporti)
Assistenza curatoriale: Sara Marhuenda Barberá, Universitat Politècnica de València 

Con contributi di:
EXTENTS (Cyrus Peñarroyo, McLain Clutter), Morgane Billuart, Rául Silva e soju.studio

Programma pubblico e side events: Ghost Platform Project, Superkilo Girls, Slutty Urbanism e Lorenza Pignatti

La mostra è realizzata in collaborazione con Università di Bologna, Fondazione IU Rusconi Ghigi e Big Tech Watch Think Tank nell’ambito del Progetto Horizon Europe INCA – Finanziato dall’Unione europea con grant agreement n. 101061653.
Le opinioni espresse sono tuttavia esclusivamente dell’autore/autrice e non riflettono necessariamente quelle dell’Unione europea o della Commissione europea. Né l’Unione europea né la Commissione europea possono esserne ritenute responsabili.